nata a Napoli il 23 marzo 1967
Come la primavera in cui sono nata amo i colori e la natura che si risveglia, sono ottimista e sognatrice ma affronto la realtà con un grande senso di responsabilità.
Prima di quattro figli ho sempre pensato alla famiglia come qualcosa di unico e mi sono sposata molto giovane ma poi la vita ha scelto altre vie per me e ad un certo punto mi ha portata a vivere lontano dai miei affetti più cari. Mi piace leggere e scrivo i miei pensieri a volte solo per me stessa.
Spero sempre in un futuro migliore per me e per le mie figlie che amo più della mia stessa vita.
Credo in Dio ma non prego molto o meglio non con le preghiere che recitano tutti, penso che Lui apprezzi molto di più una preghiera che viene dal cuore.
Ti chiamerò sempre e invocherò il tuo nome
quando la speranza prenderà il sopravvento nelle avversità della vita,
lo farò quando sarò sola a combattere contro il mondo e vorrò il tuo sostegno.
Ti chiamerò quando avrò dolore per avere il tuo conforto nella malattia,
quando le preoccupazioni per i figli saranno grandi e faranno penare il cuore.
Ti chiamerò quando scende la notte perché tu possa essere nei miei sogni ,
per avere un tuo abbraccio e sentire ancora il tuo profumo.
Ti chiamerò quando nella vita incontrerò giorni di sole e di bellezza,
quando la meraviglia si farà strada nella mia anima rendendola felice anche solo per un attimo.
Ti chiamerò ancora quando ci saranno soddisfazioni e gioie,
quando starò bene o male o quando sarò felice o triste,
quando lo specchio mi dirà che il tempo è ormai passato,
quando sarà per me tempo di andare e ti chiederò di venirmi incontro e darmi la mano.
Ti chiamerò sempre e invocherò il tuo nome,
lo farò ogni giorno della mia vita, ti chiamerò e sarà come averti accanto,
lo farò ad alta voce o in un sussurro portato via dal vento.
Ti chiamerò sempre e sarai sempre con me: Mamma!
Sul marasma di emozioni e caos
che alberga nelle viscere della mia vita
riesci ad essere ciò che si erge e sovrasta
e dirige e fa e disfà le mie speranze,
perché tu sei e sarai l’ignoto misterioso
e inafferrabile,
perché ci sei anche se non ci sei,
perché io ci sono… ma tu di più.
Sui corpi ormai abbandonati,
nudi di passioni proibite,
astratte e concrete,
di fantasie frenetiche e vane,
di carne madida di sudore
e di profumi agrumati e orientali,
di sole e mare e salsedine graffiante,
perché io voglio che sia… ma tu di più.
Sulle nostre vite ignare,
fatte di giorni assenti,
dove l’assenza pesa come un macigno,
dove non c’è tempo né spazio
e ognuno è perso dentro se stesso,
dove non c’incontriamo mai
se non in un’illusione continua
fatta reale in un mondo virtuale,
dove tu mi vuoi bene… ma io di più.
E salgo per la solitaria via
illuminata a tratti solo da flebili fanali
mentre la mente viaggia su altre onde
ben più veloci dei passi che rimbombano nel silenzio
di quest’umida sera di pioggia.
L’ombrello chiuso e il cappello in testa
come unico riparo poiché manca la volontà
di ripararmi.
Lascio scivolare la pioggia sul viso,
dove corrono le mie lacrime che rapide
raggiungono il suolo già bagnato di pioggia.
La stretta via, come la mia vita, è in salita
resa ancor più faticosa dopo una giornata intensa.
Le case vecchie vi si affacciano curiose,
con le loro luci splendenti o appena soffuse
come occhi che scrutano il mio passaggio.