si squagliasse in mano, difficile analisi anche molle il gelato era la domenica, il piacere nella calura atteso una settimana, due sapori erano di norma a volte tre, noi bambini li volevamo tutti, il cono costava 10 lire ma solo per due gusti, il terzo veniva inserito solo come una pennellata, il gelataio non era molto generoso e spesso nel gruppo dei bambini compariva un adulto la cui presenza aveva la finalità di contestare la dimensione del cono.

La felicità data da quel gelato era molto breve, doveva passare un'altra settimana prima di ripeterla, desiderio, attesa si univano in

un insieme di emozioni, era il piccolo vizio estivo poi si tornava a giocare con tutto quello che circondava, all'imbrunire un piccolo soffio di vento portava tutti all'esterno, dal pozzo i secchi d'acqua venivano riempiti e svuotati negli orti dove ogni cosa pareva riprendere vita, i giochi riprendevano chiassosi, le rondini volteggiavano cacciando miriadi di insetti, il gelsomino cominciava a spandere il profumo nella sera, la domenica calda e sonnolenta volgeva al termine.

 

Il poco nel desiderio , il poco nella serenità, il poco insieme dava un senso al vivere che ora non ritrovo più.