Non sono mai stata su una grande nave, non ho mai solcato il mare perdendo di vista la terra.
O forse sì... qualche breve viaggio riaffiora alla memoria.
Ricordo ancora la mia traversata da bambina, sul traghetto verso le isole Tremiti, con i miei genitori.
Conservo una foto di me, buffa bambola imbronciata, sulla scaletta di un ponte, un abitino rosa a palloncino gonfio di vento, un foularino stretto sotto al mento ad intrappolare i ricci allora ribelli e il faccino rabbuiato, perché il mal di mare aveva già prodotto i suoi effetti e delle isole Tremiti non m’importava un granché!
Mi torna in mente poi l’immagine di me ragazzina, timida e smilza, un lui di cui non ricordo il nome, tranne che fosse bruno e scapigliato, alto, occhi neri, siciliano, un po’ meno ragazzino di me.
Mi fece indossare un giubbino piuttosto ingombrante, sul bikini verde a fiorellini blu, mi trasportò letteralmente sul suo guscio a vela, mentre strillavo fra me e me tutta la paura del mondo, ma fingendo sorridevo sotto il sole d’agosto, perché lui era un giovane marinaio provetto e mi piaceva il suo sorriso.
Fu la passeggiata in mare meno romantica che si possa immaginare e fortunatamente il mio stomaco,