quale aveva ricercato le origini fra vecchie carte e polverose biblioteche, riscrivendo la storia delle radici di un microcosmo, a sud  dello stivale,  era solo una  storia d’ amore e nostalgia per un luogo che di esclusivo non aveva che la miseria semplice e il calore della gente. Non gli era stato più possibile ritornare, il tempo, con i suoi eventi, a volte terribili, aveva sconvolto l’ ordine pacifico di quei luoghi: la terra aveva tremato a lungo e tutto ,in un soffio, era stato  cancellato.

 Era arrivata,col tempo, la ricostruzione e, pietra dopo  pietra,molte cose  erano tornate al loro  antico posto,anche se niente era  stato come prima.

Ancora non era riuscito a tornare  alla sua antica canonica,  a malapena rimessa in piedi, col campanile che  sembrava, di  pomeriggio, toccare il cielo,fra nuvole rosate,sfumate di azzurro, verso l’ orizzonte.

E un giorno la grande occasione: la riconsacrazione  della chiesa grande di quella sua parrocchia rinata, dopo il terribile evento.

Era giunto  per lui  il tempo di tornare, il sogno della sua vecchia anima si realizzava in un  mattino di giugno ,con il primo caldo gradevole ancora, prima che scoppiasse l’afa di piena estate. Era andato via con l’ abito talare di sempre, ,con il volto serioso,  appena illuminato da un guizzo negli occhi,  come un sorriso.