Chi non raggiungeva una varietà sufficiente di specie e un numero minimo di elementi, veniva umiliato e castigato. Gli ponevo la domanda di rito: “Scegliete le forti nerbate del grosso compasso di legno o preferite rimanere inginocchiati sul tappeto di sassi per tutta la lezione?

Dovevo trasformarli in seguaci modello ed adepti efficienti, a costo di vessazioni fisiche.”.

“Davvero ardìto, sig. Ellington”, sentenziò Josh, assecondandolo con aria di finta ammirazione. “Intendevo renderli dei sudditi perfetti. Ormai li avevo in pugno, tutto filava liscio. Finchè un giorno…un maledetto giorno…il mio progetto andò in fumo. Mi accusarono di plagio. Fui allontanato dall’istituto e rinchiuso in un ospedale psichiatrico, dove rimasi per cinque anni, cinque lunghissimi anni che bloccarono la mia attività. Ma appena uscito portai avanti i miei studi e continuai le ricerche per alimentare la mia vendetta e non tradire la mia vocazione”.

“Un impulso innato”, osservò Josh, arguto.

“Tutto cominciò quando ero ancora nel grembo di mia madre. Al quinto mese di gravidanza fu assalita da uno sciame di cavallette.