La aprì e rimase basìto di fronte ad un grosso pezzo di carne di manzo poggiato sopra al water. Era la soluzione del mistero. ”Ecco da dove proveniva quel fiotto di sangue”, pensò interrogandosi su chi poteva aver messo lì quel nauseabondo quarto di bue putrefatto. “Ed io che volevo avvisare la polizia. Forse sarebbe meglio allertare il personale di qualche struttura per disagiati mentali”, disse tra sè e sè rassegnato.

Rientrò nello scompartimento e vide Rebecca stiracchiarsi. “Dormito bene?” le chiese.

“Si, è stato proprio rigenerante”. Josh le raccontò quello che aveva visto nel bagno e lei scoppiò in una fragorosa risata seguita da un’esternazione di stupore: “Non è possibile”, esclamò sgranando gli occhi. E lui di rimando: “Ma sei sicura che la prossima fermata non sia un manicomio?”, domandò meravigliato. “Quello che c’è là dentro è sicuramente opera di un pazzo”, continuò. “Non ho mai visto niente di simile”. Si avvicinava la sosta, il treno cominciò a rallentare fino a fermarsi, in prossimità del sottopassaggio. Josh chiese un panino e una birra a un venditore ambulante salito sul vagone. Era molto basso, sembrava il nanetto deforme di un circo, un vero e proprio freak.