ESTATE ‘93

Al buio

 

Pat era molto stanco. Dopo i soliti bagordi notturni, il sonno lo aveva assalito verso le tre e tre quarti, appena qualche minuto dopo il suo rientro a casa. Giusto il tempo di accendere il televisore con il telecomando, ormai ridotto ad un ammasso di gomma fradicia rattoppata con il nastro isolante: i “titoli del giorno dopo” si susseguivano dai vari quotidiani in un silenzio quasi totale davanti al suo corpo stordito e sognante steso sul letto della stanza. La birra ingurgitata tramava vendetta, la quale non tardò molto a consumarsi: verso le sei fu svegliato da un’arsura tremenda e, senza neanche infilarsi le ciabatte, si diresse, deciso, ad afferrare una bottiglia d’acqua di plastica che stava di fianco al televisore, ancora acceso. Lo spense, dopo aver avuto il tempo per un gesto di stizza di fronte alla faccia di Fini che ghignava e, gradasso, infondeva inquietudine.