Verso il mare

 

Si svegliò intorno alle dieci e trenta. Mentre si stirava ancora sdraiato, avvistò, in basso vicino alle scarpe, un oggetto scuro a lui familiare: era il telecomando, ancora in terra dopo l’ennesimo tonfo notturno. Per sua fortuna, quello strato di gomma semidistrutta, lo aveva protetto anche quella notte. Alle undici in punto si alzò, mentre all’arsura del suo corpo si era aggiunta quella della sua stanza, da dove si poteva scorgere un sole a quell’ora altissimo e cocente. D’altronde, in quella tarda mattina di fine giugno, era un azzardo chiedere di meglio, dato che in quel periodo la temperatura si era assestata su livelli da forno elettrico e da molti giorni non cadeva una goccia di pioggia. Fu in quel momento che Pat sembrò esternare il suo desiderio più grande: che giungessero in fretta le ombre della sera e che ritornasse al più presto il buio. Aveva un gran mal di testa.