Fuori dalla città

 

Come gli accadeva tutte le settimane per due giorni consecutivi, quel pomeriggio aveva il turno dalle tre alle sette alla mensa dell’ospedale. Verso le due e un quarto salì velocemente in soffitta con tutto l’occorrente di cui aveva bisogno per preparare, il più in fretta possibile, il suo digestivo preferito. “In questo dannato paese non si può fare mai niente in santa pace, bisogna nascondersi”, pensò con rabbia mentre tagliava la cartina dopo averla tagliata con la saliva. La posò su un ripiano stracolmo di libri vecchi, mangime e polvere. I suoi Lizard lo guardavano incuriositi. Tutto fu pronto in pochi minuti.
“E’ venuta uno schifo, ma l’importante è che faccia il suo dovere”.
La maneggiò con cura per non farla rovinare o spezzare con qualche brusco movimento. “Mi servirà dopo”. Riscese e si versò velocemente del caffè in una tazzina. Lo bevve ed uscì: con la bici arrivò alla bolgia dantesca in un battibaleno.