LA CARROZZA DEI DANNATI

 

Josh se ne andò dalla città vecchia prima che l’alba permettesse al sole di affacciarsi, quando ancora il calore delle coperte avvolgeva le membra e riscaldava i corpi infreddoliti di chi abitava in quel rustico borgo. La stazione fantasma era quasi deserta. Due mendicanti dormivano stesi su una misera panca di legno dentro una specie di sala d’aspetto piccola, maltenuta e piena di scritte dissacratorie. La quiete era totale e il loro ronfare turbava quel silenzio spettrale.

Erano ubriachi fradici, la puzza che emanavano spinse Josh ad una smorfia, che si tramutò in diniego di fronte a due grosse chiazze di vomito vicine alla ciotola che usavano per la carità. Lì davanti, su un foglio sgualcito e sudicio, a stento si riusciva a leggere “per mangiare”.

Intorno a loro, vuote e sparpagliate, alcune bottiglie di rum e vodka spadroneggiavano sul pavimento, vecchio e làido come quello di una stalla. Josh ne allontanò una con un calcio.