La gara

 

Il triathlon che i suoi amici si dilettavano a disputare, di norma doveva coincidere con la domenica del grande mondiale di ciclismo, solitamente l’ultima di agosto o la prima di settembre, la cui attesa era
sempre più crescente, quasi spasmodica, mano a mano che si avvicinava.
La passione per le due ruote li aveva sempre accomunati e quando Pat usciva per la consueta sgambata, si divertiva ad percorrere le mitiche salite che i suoi vecchi maestri conoscevano a menadito: il Muro della Morte, il Colonnellone, il Muro sterrato del Cimitero o la terribile Fornace.
Fu per lui un fausto giorno, quando riuscì a staccarli tutti sul leggendario Muro di Marano, stabilendo anche il record della scalata. Ma quando si svegliò, quella mattina, c’erano già i segni della tempesta:
mare in burrasca, vento forte, pioggia battente ed un cielo nero che sembrava toccasse la strada. Si vestì in fretta e schizzò con la sua bicicletta, sotto il diluvio, fino allo chalet, classico punto di ritrovo per quelli che facevano la gara delle tre specialità.