Il controllore, una figura emaciata, sembrava avesse un teschio al posto del viso, sotto il cappello blu. “Biglietti, prego”.

 

Alla fermata successiva, il treno rimase in sosta per circa un quarto d’ora.

Salì un altro viaggiatore. Aveva una protesi sul braccio sinistro, segno eloquente dell’amputazione di una mano. Spostava la sua valigia con difficoltà ed il suo incedere lento dava l’idea che si trattasse di un automa. La fronte ampia e le spalle molto larghe fecero pensare a Frankenstein.

Il suo colorito era pallido e smorto. “Sembra una mummia”, pensò Josh interrompendo per un attimo il suo dialogo con Rebecca. “Visto? Pare che sia giunto dall’oltretomba”, le disse stupefatto. Lo vide entrare nello scompartimento accanto, dove era già seduto un altro individuo, dallo sguardo truce e con un vistoso anello a forma di serpente. Uno scorpione tatuato sulla parte destra del collo gli dava un aspetto misterioso ed intrigante. Era pensieroso e guardava nervosamente il suo orologio. Accese freneticamente una sigaretta e la spense a metà. Si alzò di scatto, abbassò il vetro e si affacciò, per scrutare dal finestrino.