Poi lo richiuse e si riaccomodò. Aveva in mano un piccolo coltello a serramanico: cominciò ad intagliare incessantemente un pezzetto di legno, fino ad appuntirlo, rendendolo simile ad una specie di freccia. Se la mise in tasca e ripose il suo coltellino. Aveva l’aria soddisfatta, come se quell’oggetto lo avesse improvvisamente calmato: quel suo piccolo diletto lo tranquillizzò. Accese un’altra sigaretta, che fumò più rilassato, mentre lo sguardo vitreo e perso dell’uomo seduto lì vicino continuava a fissare il vuoto, assente. Era immobile: sembrava imbalsamato. Il macchinista udì il fischietto che dava il segnale di partenza.

La paletta verde divenne presto un punto lontano. “La prossima è tra un’ora” disse Josh. Chiese a Rebecca di controllare sul libretto degli orari.

“Tra un’ora e mezza per l’esattezza, transiteremo anche in aperta campagna, intorno a colline che ricordano il Grand Canyon” precisò lei.

“Interessante, sei molto informata”. “Non è la prima volta che percorro questo tratto, è una zona conosciuta perché da quelle parti si svolgono degli strani riti”, ribattè puntigliosa.

“La ciliegina sulla torta”, pensò laconicamente Josh.