Questo, agli occhi della coscienza collettiva, appare cinico, ma è pur vero che  tale atteggiamento porta con se un elemento di coerenza.

E’ evidente che lui morirà di una morte banale ed insignificante, ma il fatto è che la stessa idea della morte, per un malato di Alzheimer, assume un significato diverso.

Loro infatti muoiono due volte e, quindi, sono già morti.

Di queste due morti, la prima è quella vera, la seconda è solo un cerchio che si chiude, senza lacrime.

La prima morte di mio padre risale a quel periodo che iniziò a farsela addosso, tre anni fa; l’evento si annidava dentro a tutte quelle frasi che affondavano nelle sabbie mobili di ragionamenti senza senso, nei quali prendevano posto immagini del presente e del passato, come se un frullatore si fosse insediato nel suo cervello, cominciando a schizzare intorno pensieri sbrandellati, tuttavia coerenti con qualche accidente della sua vita.

Fu il periodo in cui cominciò a confondere sua moglie con sua madre.