sangue, o in quella luce dei suoi occhi nella quale ho visto rispecchiati i miei desideri, ti farò mio per sempre mischiato al mio sangue, dentro pezzi di me.

Il cuore comincia a battermi più forte, lo sento spostarsi dal petto in gola, come se volesse uscire fuori a battere sul cruscotto della macchina.

Arrivo sotto casa,  nel punto dove lui mi ha salutato, una folata di gelo mi inchioda per un attimo al di fuori del mondo, consegnandomi la foto di me stessa che corro a questo appuntamento inesistente, dettato solo dai miei sensi, ora faccio fatica a trovare un punto di arrivo, sono a metà strada tra l’essere andata via e l’essere ritornata sui miei passi, in una zona arida del mio entusiasmo.

Esco dalla macchina, mi avvicino al suo portone, leggo il suo nome sul citofono arrugginito, sono spossata ed incerta sulle gambe, cerco di organizzare mentalmente un approccio, cosa gli dico? No, non gli dico nulla, lo ingoio nel mio corpo…no gli dico che non mi andava di lasciarlo, che vorrei passare la notte con lui… Mi sento ridicola e timida, ritorno vicino alla macchina, forse sto per andarmene, sono un cucciolo che ha perso la mamma…