accatastai gli abiti poco lontano e rimasi a guardarla risplendere nella sua nudità eterea, sembrava rischiarare l’aria intorno, il viso disteso, mi sorpresi a sorridere della mia fortuna di avere accanto una donna bella, dotata di grazia. Grazia e bellezza che non sgorgavano nei lineamenti del viso e nelle movenze del corpo, ma venivano da più lontano: emergevano dalle profondità interiori per rispecchiarsi nelle sembianze.

 Poggiai le mie labbra su di lei e la percorsi dalla testa ai piedi seguendo il profilo dei seni, indugiando sul capezzolo e poi giù verso la pancia e poi a sfiorarle il sesso e poi le cosce fino ai piedi…dolcissima meta.

Non mosse un dito, ma sentivo vibrazioni concentriche che le facevano correre il sangue veloce e sollevavano come un profumo inebriante, lei si girò carponi decretando altri percorsi più osceni ed io iniziai di nuovo, questa volta in punta  di lingua, giù per la schiena e poi sui glutei e accadde che lei con le mani li divaricò leggermente e a me sembrò di impazzire, stretto nei miei vestiti, sentivo un formicolio feroce diffondersi nel ventre,