Qui a Roma la pioggia è una disgrazia.

E’ probabile che in altre parti del mondo venga accolta da uomini e cose come un dono, una benedizione: fa bene ai raccolti, fa bene alle piante, abbassa il livello di inquinamento dell’aria, fa bene alle persone, agli innamorati.

La pioggia a Roma non vuol dire soltanto bagnarsi. Vuol dire caos, rabbia, tombini che esplodono, rigagnoli insidiosi, nuove buche che compaiono sull’asfalto, rabbia, livore, ancora rabbia e lotta.

E’ sempre una lotta.

Ogni volta.

Come pesci buttati in un acquario da buste di plastica piccole e trasparenti dove erano stati acquistati, i cittadini di Roma si buttano sotto l’acqua della capitale con la stessa determinazione e voglia di farcela di quei pesci rossi e viola.

Quando il cielo si squarcia e ci vomita addosso perdiamo tutti il controllo.