Poi quando le ultime gocce si posano a terra, in quel momento in cui non siamo sicuri che la pioggia sia finita ma ne abbiamo la speranza, con le gocce tra i capelli e il malumore ancora addosso, alziamo gli occhi al cielo e la vediamo: la frattura, l’apertura tra i nembi scuri. Il cielo si apre come un sipario lasciandoci ad ammirare l’azzurro forte dell’infinito.
Solo che ancora sta piovendo e Maria non ha l’ombrello. Non vuole dare gli ennesimi cinque euro agli ambulanti che come formiche operose sono comparsi in ogni dove, tanto ormai è completamente fradicia.
In effetti, la pioggia è come il dolore: si cerca in ogni modo di restare “asciutti” ma basta un attimo di distrazione e ti ritrovi completamente bagnata e vinta. Tanto vale arrendersi, allora. Tanto la vita è così.
Maria incede facendosi largo tra la moltitudine di novelli centurioni impegnati ad andare chissà dove.
Lei sa dove deve andare: all’appuntamento col suo avvocato per discutere i dettagli della separazione da Marco, suo marito.