CIAO, PA’!

 

Mi passo le mani fra i capelli.

Lo faccio ogni volta che sono nervoso o preoccupato. L’ho fatto per anni da studente, quando il prof di biologia guardava con aria seria e minacciosa (a mio avviso) l’elenco degli alunni.

Accidenti, avrei dovuto ripassare la cellula e l’osmosi, mi dicevo mentre il cuore mi batteva all’impazzata.

Ho messo le mani fra i capelli anche quando è arrivata a casa la cartolina per svolgere il servizio militare ed io stavo preparando l’esame di Analisi II. “Cazzo, e adesso come faccio?”, mani nei capelli.

Lo scorrere delle dita fra quella massa scura e spessa che erano i miei capelli mi ha sempre rassicurato, calmato. Forse perché da bambino mia madre, quando non volevo dormire, mi prendeva sulle sue ginocchia, mi cullava e mi accarezzava la testa.