Ti somiglia quell’aria che il mattino
d’inverno a volte porta al mare: l’aria
gelida come di ghiacciaio alpino
che spacca l’aspra zolla della pelle.
E’ irsuto il mare e dardi soleggiati
getta la sabbia. Il cielo è triste e limpido
come un’immensa lavagna che aspetta
d’esser rigata con pensieri neri.
Crescono erbacce, qua e là, sparse a mucchi:
il muricciolo, e rametti nodosi,
qualche sasso, e le schiene che due vecchi
voltano al mare rientrando, freddolosi,
sono lo scabro ornamento di questa
passeggiata che mi offri, quasi muto.
Come un mazzo di rose io la prendo:
il tuo silenzio è una voce anche mia.