Dipendenza

 

Ma che misera menzogna,

scontrosa cupa, trasparente e malata.

Il corpo, la mente,non obbedisce più alla volontà se non in apparenza;

è un meccanismo guasto,

una macchina dalle ruote arrugginite e dai tubi rotti ;

ch’egli respiri , inghiotta, digerisca, afferri è tutto un inganno.

Il concetto di vita gli fa senso, mucillaggine gonfia di voluttà maligna,

ove il petto non è che un breve recesso tenebroso

con un muscolo sussultante in mezzo,

che poeti sognatori si son sempre sforzati

con ingegnosità di far apparire un vaso di virtù.

Allora il cuore infranto desidera la soluzione finale,

magari l’agonia mortale lenta ed atroce;

non si vede,non si sente nulla più si prova;

non si vuol più combattere, si rinuncia si tace.

Tutto è indifferente.

Perciò la soluzione finale, appare come la pace nella tomba.

Ed il resto come dire, è cosi:

alito sul dorso della mano.