(A Emanuele)
In un ritorno all’Eden dei sensi
come naturale rivalsa di abnegazione,
che è efferata sembianza di virtù priva di alterigia,
mi domando se mai l’amore abbia chiesto piuttosto che ispirato.
Perché sei intesa, maliarda e benevola energia
che sprona sempre calda e morbida verso un nitido orizzonte.
Sei giovevole apoteosi di luce per la mia anima protagonista,
che resterebbe altrimenti solo l’ombra della mia fattezza
se non potessi oggi oltrepassare il vuoto
nella tua eburnea e piena autenticità
come in un setaccio che rilascia le parti migliori.