A mio fratello

 

Rimembro il suo scarnito volto,

seduto immobile attendere,

era l’unica volta che vedea

mio padre voltarsi e piangere.

 

«L’han chiamato Angelo», mi disse,

e dal tremito testé ho capito

che non vedremo il suo sorriso

né sentiremo il suo vagito.

 

Non conoscerà certo del recinto

l’ansia della clausura, dell’attesa

il silenzio e del presagio l’angoscia,

 

ma correrà giubilante nel prato

solo dopo aver abbracciato chi

non conoscendolo l’ha amato.