Il suonatore di pianola

 

Anche oggi, grazie alla fortuna che lo assisteva da  svariati giorni, era riuscito a trovare uno spazio nella stazione della metro di Ponte Lungo. Questa, rispetto ad altre, più confusionarie e a volte al limite della sicurezza, era una fermata tranquilla sebbene abbastanza frequentata.

Subito fuori l’uscita c’erano alcune scuole, un’USL, vicino delle sezioni di partito e svariati negozi, nonché un cinema abbastanza frequentato. Questo spiegava l‘andi-rivieni di molti giovani che si riversavano lì provenendo da varie parti della città.

Generalmente riusciva abbastanza bene in quello che si proponeva: suonare, essere ascoltato e guadagnare qualche cosa dignitosamente.

Pare strano, ma suonare nell’androne di una metro, semi ascoltato da gente di passaggio è una cosa che gli da’ soddisfazione non buttava lì la musica, era ispirato e suonava con onesta passione, e sapeva di farlo anche abbastanza bene.

Ogni tanto qualcuno gli chiedeva se era diplomato alla scuola di musica oppure altri versavano qualche cosa di più nella custodia della pianola per sottolineare il gradimento e l’apprezzamento per la sua bravura.