Chiuse la pianola, raccolse gli spicci e andò via senza guardarsi intorno.

Era del tutto ignaro dei pensieri e dei sentimenti che aveva suscitato in Sauro

Eppure, in qualche modo quell’uomo lo aveva turbato... non ne capiva bene il motivo o la sensazione che aveva provato... sicuramente fastidio, un fastidio misto ad istanti di piacere... di vanità forse.

Sapeva di suonare bene, la sua anima s’introiettava all’interno dello strumento e, dall‘anima, ne tirava fuori il bello.

Per lui questo non era soltanto, o principalmente un modo di guadagnare qualche cosa in più. Era un messaggio che lanciava all’esterno... la quotidianità che può essere più bella, più poetica di quanto ce la abbiano insegnata o imposta.

Camminare per strada non pensando solo alla fretta o al fastidio che ti procura lo scontrarsi gli uni con gli altri... ma il piacere di una camminata, l’istante di un pensiero dolce e rilassato.

Insomma il divagare senza essere sempre e perennemente concentrati sulle difficoltà del vivere, accostandosi anche, un poco, al piacere di vivere.