Un’esistenza legata alla sintonia dell’universo.

Arrivò a casa, il palazzo era vecchio, uno dei tanti in quella borgata romana, salì le scale, non c’era l’ascensore, lentamente arrivò al secondo piano.

Infilò la chiave nella toppa ed aprì, dalla stanza in fondo si udiva la musica della radio e dei lievi rumori.

 “Marc” chiamò,

“Marc, sei tu?”, dalla porta della stanza si affacciò un giovane ragazzo, bello e dai lineamenti delicati.

Lo guardò e la bocca si aperse in un grande sorriso,

 “Sì, sono io” rispose contento.