Nasce a Milazzo il 17/01/95, frequenta il liceo classico G.B. Impallomeni ed attualmente studia presso la facoltà di psicologia dell'università degli studi di Padova.
Le onde
corrono con me
sull'alta tensione
del deserto gonfiano
umide le squame
del Dedalo i tuoi
occhi mentre dilaniano
i sogni celesti
dell'Orco.
Vedo il sonno
nel sapore della
condensa, sento
Maya dentro le crepe
nel marmo, le campane
rimbalzano sul tetto
delle loro
vibrazioni, ricordano
gli inni di una guerra
lontana, i tuoi occhi
che si distendono
sull'erba, sei tornata
alla fine
nella culla, i segni della
battaglia ti scivolano di
dosso, ho ancora
le mani nelle
ferite, ma non è servito
vergognarsi tra i lampi
nella folla, abbassare gli occhi
davanti alla marea,
il vento
tornerà su queste sponde e
con lui
la radiazione aurea
delle nubi, potevi guardare
la carne allargare le schiera
della rivoluzione, toccare
il sangue
che scorreva nei
tombini, ma dalla finestra
il rumore della battaglia
arriva sfocato, il pavimento
non trema, si vede
la volta grigia aprirsi
in una cascata
di ombre, e la marea
accarezzare le rovine, tutto
laggiù è sonno
e condensa, ma tu tornerai
nelle terre
del vento, l'ho visto,
qui il pavimento non
trema.
Una goccia cade dal soffitto......
ricordo la corsa dei
gabbiani sul ciglio della
sabbia, e la tempesta
gonfiare le onde
nell'esplosione rossa
del mattino, tu ridevi
dei fantasmi del buio
passato, il tuo respiro
nel fumo malediceva i segni
di una nuova era, tutto ciò
che è stato scorre
limpido sul parabrezza
nella pioggia, le radici
nutrite dal fuoco
della piana ti stringono
le caviglie, oscurando
il nascere dei giorni, per quello
che sarà....
Ricordo i giochi, nella luce
che accendeva la scia
densa di fumo sulla
finestra, i giochi presi troppo
sul serio, e le risate
sui fantasmi di un buio
ancora reale.
Una goccia cade dal soffitto....
Wabi-Sabi
“Dovremmo tornare sù”
e la lancia tendeva le corde
del mercato, sciolte nel mattino
del muezzin da dietro
le lenti
“non riesco a passare”
ancora,
avanzavano le nuvole
nei tuoi occhi, l'elettricità
si stendeva sul cielo
di settembre,
“se resti qui”
il tuono ha abbandonato
gli scogli e la tempesta è solo
un ricordo che si agita
tra le lenzuola
bianche, sanguinando
sulle gambe
addormentate.
“Guarda i raggi ormai scavalcano la parete”
e la calma
ha raggiunto queste sponde, vibra
sulla spiaggia nel riflusso
della marea,
.
“c'è ancora tempo un po' forse un'ora nei sussurri delle mura”
una scia bianca
attraversa gli occhi che dissolvono
le nuvole verso sud, i miei piedi
ancora affogano nella
tensione,
e non oso voltarmi, ora che
la bassa marea ha svelato
l'oceano,
“non torneremo prima dell'una”
la bestia giace
senza catene, secca
sotto il sole con morbide
squame domina il
bagnasciuga,
“nessuno ti proteggerà dai raggi del sole”
ma il tuo corpo
ha assorbito l'elettricità e i tuoi
occhi tengono
il vento nella calma
di settembre, distesa sulle sabbie
bianche.