Teresa De Sio
Respira per primo tempo l’albeggiante luce di un dì di settembre.
D’infinito tendere è il suo animo che requie trova in solitari cammini a cielo aperto accompagnati da libri, carta e penna, spaziando in momenti in cui il respiro è in bilico…
Ora a braccia aperte, come per abbracciare tutto ciò che le viene incontro… ora rannicchiata, abbracciata a se stessa, come a difendersi da tutto ciò che le viene incontro.
Si stringe nello spazio di avvolgenti manti, ovunque libri e non solo… schizzi di parole, di armoniosi giochi di luce e ombra sovrastano qualche maglia abbandonata qua e là.
Sarà sempre di immenso amore l’Anima, che il suo respiro sarebbe stata, cui innocenti mani, per prima, avevano a lei dedicato… parole.
Stella
Stella
brilli di luce propria
al tuo apparire
Tutto muta.
Si addormenta ogni affanno
svanisce
il sorriso del giorno.
Il tuo essere
cangia il sentimento
e un velo d’ombre
scopre realtà fino allora sconosciute.
Si fa avanti
con incertezza
quasi con timore
Poi
Acquista forza
e s’apre a occhi
che
Ancora titubanti
Par
voglian trattenere
da Quell’emozione che
improvvisa e senza costrizione alcuna
dirompe violenta.
Spaccato
Un cielo
di lembi colorato;
il sole vi s’intravede appena
ben avvolto
com’è
in morbide e soffici nubi.
Le strade
quasi desolate
qualche figura
di tanto
le calca
e le vetture
libere
scorrono
Ognuna
per sua propria direzione.
Silenzioso
mi guarda
maestoso, di ben folti rami
Osserva
placido
l’andare e il venire
d’Incrociati destini.
Posami
Posami ora
con dolcezza, però
mi raccomando
su soffici bianche piume
che io possa così risvegliarmi
con pudore
nella realtà circostante.
Posami ora
con dolcezza
che la lucente sfera
sia aurea di un caldo abbraccio.
Posami ora
che i trasognati occhi
possano lentamente
guardare all’intorno
senza troppo male.
Posami.
… e sorrido
E cammino
portando per via un corpo
che cela
Non sempre docilmente
un groviglio di emozioni
che scintillano
al Più innocente tocco.
Ritornano alla mente parole già dette.
Come una campana
annuncia lo scorrere del tempo
Così risuona
in un ritmo cadenzato
il motivo di Sempre
Che prova
Ma non può annullare
ciò che batte
senza ragione.
Si succedono immagini
vissute e sognate.
Tutto tace
ogni suono ha cessato di essere
socchiudo gli occhi…
è solo un attimo
un istante
in cui l’Animo
Ha trovato pace.
È bastato uno spiraglio di luce.
Cammino…
e sorrido delle mie debolezze.
È Ormai sera
È Ormai sera
si attenuano
Lente
le luci del giorno.
Un’errata misura di tempo
è complice
di un’imprevista attesa
ti fermi
quasi non te ne accorgi
accade.
Stranito
osservi
il cobalto vestito
che
Impertinente mano
Ha
senza tuo comando
così mutato.
È Ormai sera
libero
allegro
svolazza il di lui mantello
e Con sfida
scioglie i trattenuti lacci
dipanando intrise corde.
È Ormai sera
strano sentire
si fa varco
entra in scena
Chi
per tempo di luce
di quinte avea respirato
e Ciò
che sopito credevi
rinasce a Nuova vita.
È Ormai sera
abbandoni ogni lotta
più costrizione v’è nell’affanno
socchiudi gli occhi
un nuovo scenario
prende forma
confuso
Sì
Non importa.
È Ormai sera
di liberalità
è adorno l’Animo tuo.
È Ormai sera.
Eppur sarà follia
Eppur sarà follia
ma Chi
tra Voi
o Somme Voci
dall’Umano sentire
Può
con Verità proclamare
di quale strada
ogni passo è diretto?
Sapete
o Voi
con Onestà Sincera
disegnare
Ciò che di colore è oscuro
Per dipingere al vento
trame
d’Ignoto sapere?
Sapienza
Ben invocate
ma di Essa
fondamento Non v’è
Se non in Umani desideri
che Specchio
riflettere vorreste
a Viva realtà.
Ma
d’Animo Distinto
è colui
Che creato avete
e di cui fattezza
Non è di Poter vostro
forgiare.
Su ciottoli di sabbia
Incammina la Sua via
e
Di lotta
risuona
il Muto destino
Benevolo
Benevolo
è il manto di vento soffiato
requie dona a distese dune
che abbracciato hanno
tamburellate gocce
con gran impeto
dal cielo fuggite
e liete
or si lascian carezzare
da indomiti granelli
che svolazzano
con ritrovata libertà.
Leggeri
allora paiono
respirati battiti di sole vissuto
senza sguardo
in solchi abbandonati.
Ma c’è chi
in quinte osserva
la scena di volontarie presenze
che
senza troppo badare a straniere tracce
dominano spazi
che
occasionali figure
spodestati avevano.
Ed è in quel tempo
nelle lasciate tracce
che
velate figure
in muti movimenti
profilano scenari
di tempi trascorsi.
Potrei essere
Un’aquila potrei essere
Senza poter
le somme vette
Travalicare.
Un delfino potrei essere
Senza poter
le infinite acque
Superare.
Una nube potrei essere
Senza poter
lo infinito spazio
Forare.
Un oceano potrei essere
Senza poter
la bruciante distanza
Spegnere.
Uno Infinito tendere
Sono
Senza poter
Amore amare,
di respiro
Più
Fonte è.
A te
A te
che hai letto in velati specchi
e amorevole
hai confortato
tempestosi animi.
A te
che in ombrose spiagge
sei stata Aurora
di Nuova speranza.
A te
che nei silenzi
hai ascoltato melodie
di articolate note
e dipanato con Fiducia
intrecciate trame.
A te
una sola parola:
Grazie!
Si Riflette
Si Riflette.
Lineamenti
a tratti
si riconoscono
e
veloci sfondi
si sovrappongono.
Un Muto domandare
A interrogativi
di Quale realtà ti possieda
si accompagna.
Con occhi estranei
osservi
chi
Silente
sostiene il tuo sguardo.
Chi sei.
Chi sei.
Leggero
Allora
un velo si forma
su Specchi d’Animo
che
Più oltre
Non vanno.